Proponiamo a chi ha soltanto un giorno per visitare Brindisi un percorso pedonale del centro della città che tocca le principali attrazioni dell’arte, della storia e della cultura brindisina.
Brindisi offre, al turista attento, perle architettoniche e monumentali di rara bellezza ed una luce bellissima, come diceva Cesare Brandi, in “Viaggio in Grecia”, passando per la marina: “Lo sbocco su un mare dolcissimo permette di assaporare… la luce candida che dardeggia la città da ogni lato”.
Dal Terminal di Levante prendiamo il lungomare Regina Margherita fino a via Santa Chiara dove troviamo l’ex Convento Santa Chiara (1). Percorrendola si arriva in piazza Duomo; costeggiamo il portico dei Cavalieri Templari o Portico de’ Cateniani (2)forse del XIV sec., ora inglobato nella struttura del Museo Provinciale. Il museo, nel cui atrio sono esposti materiali medioevali ed ancore romane in piombo, contiene pregevoli pezzi, anche provenienti dall’area archeologica di Valesio. Assolutamente da non perdere i “Bronzi di Punta del Serrone”, recuperati nel 1992 nei fondali brindisini e databili tra l’età ellenistica ed il III sec. d.C. Più avanti la Cattedrale (3), costruita nel XII sec. dai normanni, che nel XVIII secolo crollò in seguito ad un terribile terremoto. È celebre per essere stata il luogo delle nozze di Federico II con Isabella di Brienne nel 1225 e, ancora prima, nel 1192, del normanno Ruggero con Irene di Grecia. Del periodo normanno rimangono i frammenti di pavimento musivo, a ridosso del presbiterio. Notevole il coro ligneo cinquecentesco ed il reliquiario di San Teodoro d’Amasea, patrono della città. A seguire, il palazzo del Seminario, progettato agli inizi del 1700 dal famoso architetto Manieri. Sulla facciata otto statue femminili, a rappresentare le otto arti che nel Seminario erano insegnate: matematica, oratoria, etica, teologia, filosofia, giurisprudenza, poetica, armonia. Accanto i locali della Biblioteca Arcivescovile “Annibale De Leo”, una istituzione culturale conosciuta in tutto il mondo, che esiste dal 1789. Nella bella piazza lastricata un’ultima perla: la Loggia Balsamo (4), del XIV sec., che doveva far parte della Zecca in periodo angioino. Strane figure animano le mensole che si realizzano in otto archetti che reggono la loggia. Da via Tarantini imbocchiamo a destra via de’ Moricino sino alla piazza Santa Teresa, che guarda il mare. Nella piazza si affaccia la chiesa di Santa Teresa (5), del XVII sec., ed il suo convento con chiostro, ora sede dell’Archivio di Stato. Costeggiamo la piazza lungo via Ercole brindisino e, percorrendo via Camassa arriviamo a Largo San Paolo, dove sorge l’omonima chiesa. La chiesa di San Paolo eremita (6), del XIV sec., è un esempio di architettura gotica. All’interno della chiesa, decorata da altari barocchi, affreschi del 1300 e tele del XVI, XVII e XVIII sec. È oggetto di commossa devozione la statua della Vergine Immacolata, la Madonna dello Scampo, che si dice abbia salvato la città dal terremoto del 20 febbraio del 1743. Continuiamo il nostro percorso per Largo Guglielmo da Brindisi e via dei Mille. Appaiono i bastioni del Castello Svevo (7), sede della Marina Militare. Si dice che il “Castello di Terra” sia stato costruito con materiali depredati da antichi edifici romani. La parte più antica e visibile dell’impianto, a forma quadrangolare, risale a Federico II di Svevia, che lo costruì su un vecchio nucleo difensivo normanno. Gli aragonesi, nel XV sec., lo ampliarono e così, a fine ‘400, i veneziani. Proseguiamo seguendo la cortina difensiva quattrocentesca ed il camminamento di ronda, sino al Torrione dell’Inferno su viale della Libertà. Prendiamo viale della Libertà e, piegando a destra per via dè Carpentieri, arriviamo a Porta Napoli (8), recentemente restaurata insieme alle Vasche limarie di origine romana. La Porta fu eretta nel XIII secolo sotto il dominio svevo e ricostruita nel XVI sec.. Imbocchiamo la vecchia strada del Carmine e, poco dopo, pieghiamo per via Manzoni fino ad arrivare, costeggiando via Marconi, alla chiesa di San Benedetto (9), già esistente nell’XI sec., e più volte restaurata nel corso dei secoli, con il magnifico chiostro del XII sec., poi rimaneggiato nel XVIII, costruito con materiali di recupero. Prendiamo a destra per via San Benedetto, ancora a destra per via Santabarbara ed imbocchiamo via San Giovanni sino ad arrivare al tempio di San Giovanni al Sepolcro (10). La chiesa, a pianta circolare, fu voluta nell’XI sec. dal normanno Boemondo, alla volta di imbarcarsi per la Terra Santa. Proseguiamo sino ad arrivare in via Pacuvio, giriamo a sinistra e ritorniamo in via Tarantini per ammirare il complesso delle Scuole Pie (11). Proseguiamo e tagliamo per via San Pietro degli Schiavoni, il cuore della città vecchia. Da via de’ Balzo prendiamo a destra per via Duomo, su cui si apre la piazzetta Sottile – De Falco. Di fronte si erge maestosa la facciata del palazzo Granafei – Nervegna (12) costruito nella seconda metà del 1500 e recentemente restaurato. Sul cornicione mediano sono incisi alcuni detti, tra cui uno ripreso dalla Bibbia: “Il saggio edifica la casa, mentre lo stolto la distruggerà…”.
Pochi passi, attraversando la piazzetta Sottile – De Falco e siamo sullo slargo del teatro sospeso “Nuovo Teatro Verdi” (13). La meraviglia è data dai resti di un impianto abitativo romano con una strada e con le terme, cui sono state gettate, “sospese” appunto, le fondamenta del teatro. Prendiamo via Casimiro e, costeggiando il palazzo di Città in Piazza Matteotti, giriamo a destra per via Consiglio. Arriviamo così a piazza Vittoria, il cuore della città, per sederci sui bordi della bella fontana de’ Torres (14), costruita (ma si crede che sia la vasca che la recinzione siano pezzi romani riutilizzati allo scopo) e donata nel 1600 da Pietro Luigi de’ Torres all’assetata città di Brindisi. Percorriamo piazza Vittoria, attraversiamo piazza del Popolo e risaliamo via Santa Lucia sino ad arrivare alla chiesa della SS. Trinità, dal popolo detta di Santa Lucia (15), ricostruita sul nucleo originario dopo il terremoto del 1456. La cripta conserva elementi di strutture romaniche. Percorriamo la piccola via De Gallo e, a seguire, via della Monica e via Taranto sino a via De Roma. Pochi metri per via Cortine ed ecco aprirsi la grande piazza di San Domenico di Guzman, recentemente restaurata. Siamo sopra il camminamento di Porta Lecce, una delle antiche porte della città, costruita, insieme ai bastioni ed alla cortina difensiva di levante alle spalle della Chiesa del Cristo (16), nel XVI sec. da Carlo V. Sullo slargo invece si presenta la facciata romanica della Chiesa del Cristo, bicroma, costruita nel 1232 ed ingentilita dal magnifico rosone. All’interno la duecentesca statua lignea della Madonna della Luce ed il Crocifisso, ligneo, anch’esso del XIII secolo. Discendiamo la scalinata di Porta Lecce (17), e dirigiamoci verso corso Roma. Piegando a destra intravediamo il porto. Percorriamo corso Garibaldi e fermiamoci per una sosta ai “Giardinetti” prospicienti la banchina. Riprendiamo il cammino per il lungomare Regina Margherita.
Pochi metri e sulla nostra sinistra le Colonne Romane (18); nell’antichità si vuole che segnassero la fine della via Appia. Il capitello della colonna superstite, di recente sostituito con una copia, poichè l’originale è stato musealizzato a Palazzo Nervegna, è decorato con quattro figure antropomorfe, una per ogni lato, raffiguranti: presumibilmente Oceano, rivolto verso il mare, Nettuno sul lato contrapposto, Anfitrite e Teti sugli altri due lati. In lontananza, all’uscita del porto si intravedono le forme del Castello Rosso, il Castello Aragonese (19), costruito nel 1481 dal re Ferrante d’Aragona a difesa dai turchi e poi ampliato nel 1485 da Alfonso d’Aragona.
Proseguiamo seguendo la banchina e ritroviamo il punto informazioni da cui eravamo partiti. Lo oltrepassiamo e prendiamo, poco più in là, la motobarca – vera istituzione brindisina – che ci porterà al Casale, sulla sponda opposta del seno di ponente, quasi ai piedi del Monumento al Marinaio d’Italia (20). Il monumento, alto 53 metri, fu costruito nel 1933 a seguito di un concorso nazionale d’idee, e raffigura il timone di una nave. La campana, così come le ancore poste sulle scalinate posteriori, appartengono alla corazzata “Benedetto Brin”, fatta saltare nella rada del porto. Sulle pareti laterali sono incisi i nomi di tutti i marinai morti in mare per la patria. Riprendiamo il traghetto per tornare al centro.